Sommergibile oceanico capoclasse della classe Ammiragli (dislocamento di 1.702 t in superficie e 2.184 in immersione), detta infatti anche classe Saint Bon: i più grandi sommergibili italiani mai costruiti, dopo quelli da trasporto della classe “R”. Unità a scafo semplice (tipo “Bernardis”) con doppi fonti centrali resistenti controcarene esterne, dimostrarono eccellente tenuta al mare ed abitabilità (grazie alle notevoli dimensioni), e relativamente buona manovrabilità. Per il loro previsto impiego in prolungate missioni oceaniche, si incrementò il numero dei tubi lanciasiluri (ben 8 a prua e 6 a poppa) e dei siluri di riserva, diminuendone il calibro dagli usuali 533 mm ai 450 mm ritenuti sufficienti per l’affondamento di navi mercantili (ma con una testata potenziata: 200 kg in luogo dei 110 dei siluri classici da 450 mm); ciò permise di imbarcare ben 38 siluri (un primato rimasto imbattuto nel campo dei sommergibili convenzionali), che potevano essere spostati da prua a poppa e viceversa mediante un’apposita ferroguida sita sul cielo dei locali (che consentiva anche di ruotarli nella camera di lancio prodiera).
L’autonomia in superficie, per potersi spingere fin nell’Oceano Indiano, era di 19.500 miglia a 7 nodi (il quadruplo di quella delle corazzate classe Littorio alla medesima velocità); potevano passare cinque-sei mesi in mare senza doversi rifornire. Oltre ai due motori diesel di propulsione, ve n’era un terzo appositamente riservato alla ricarica delle batterie. Un ulteriore pregio era l’impiego, negli impianti di condizionamento dell’aria, dell’innocuo freon, a differenza del pericoloso cloruro di metile che aveva mietuto tante vittime tra i sommergibilisti italiani.
Furono i primi sommergibili italiani nella cui costruzione la chiodatura venne completamente abbandonata in favore della saldatura elettrica.
Concepito per condurre la guerra al traffico mercantile isolato in mari lontanissimi, le sue grandi dimensioni, le circostanze della guerra al tempo dell’entrata in servizio e la scarsa lungimiranza dei comandi superiori (specie di quelli tedeschi di Roma, che insistettero particolarmente perché i sommergibili più grandi venissero impiegati in missioni di trasporto per l’Afrika Korps) condannarono il Saint Bon all’improvvisato ruolo di trasporto di rifornimenti per la Libia (soprattutto benzina in latte), nel quale avrebbe drammaticamente concluso la sua breve esistenza.
Svolse in guerra cinque missioni di trasporto ed altrettante di rifornimento, percorrendo in tutto 6.927 miglia in superficie e 354 in immersione. Il carico complessivamente trasportato: 695,5 tonnellate di carburante e lubrificante e 16,7 tonnellate di munizioni, meno di quanto un piccolo mercantile avrebbe potuto trasportare in un solo viaggio.
L’affondamento
Alle otto del mattino (8.45 per altra versione) del 4 gennaio 1942 il Saint Bon, sempre al comando del capitano di corvetta Gustavo Miniero, lasciò Taranto alla volta di Tripoli, per la sua quinta missione di trasporto: stavolta il carico consisteva in 140 tonnellate di benzina tedesca B/4 in latte, dodici tonnellate di motorina sfusa e 3,4 tonnellate di munizioni. In questa missione il sommergibile imbarcava due comandanti in seconda: il tenente di vascello Alvise Mario era infatti imbarcato per avvicendare in tale ruolo il parigrado Alberto Tressoldi, smontante.
Maricosom aveva inizialmente disposto che il battello avrebbe dovuto viaggiare da Taranto a Tripoli lungo le rotte che passavano ad est di Malta, ma poco prima della partenza, su richiesta del Comando Supremo, Supermarina e Maricosom ordinarono con messaggio cifrato (per telescrivente armonica) al IV Gruppo Sommergibili di Taranto di disporre invece che il Saint Bon, dopo la partenza da Taranto, seguisse le rotte costiere sino a Palermo, e qui sbarcasse tutta la benzina tedesca tranne 1000 lattine, per imbarcare invece munizioni ed armi leggere del Regio Esercito; dopo di che sarebbe dovuto ripartire per Tripoli, attraversando lo Stretto di Messina e seguendo le rotte a levante di Malta.
Una volta sott’acqua, alle 5.34, l’Upholder identificò correttamente il bersaglio come un sommergibile armato con due cannoni, che procedeva a 15 (poi 12) nodi zigzagando tra 260° e 360°. Wanklyn compì allora una serie di manovre circolari per portarsi in posizione favorevole a lancio, poi si portò a quota periscopica e alle 5.39 lanciò l’ultimo siluro che gli era rimasto, mirando alla torretta: esso andò a segno alle 5.42, mentre il Saint Bon era sulla seconda spezzata di zigzagamento. Il sommergibile italiano, colpito a prora sinistra, appena a proravia del cannone (per altra fonte, al centro a dritta), esplose ed affondò in meno di un minuto nel punto 38°22’ N e 15°22’ E (o 38°02’ N e 15°22’ E), a nord di Milazzo (otto miglia al largo di Punta Milazzo) ed al largo di Capo Lilibeo.
Dei 61 uomini che componevano l’equipaggio del Saint Bon, soltanto il sottotenente di vascello Luigi Como, il secondo capo silurista Ernesto Fiore ed il sergente segnalatore Valentino Ceccon (tutti in torretta al momento del siluramento) si salvarono; furono recuperati dall’Upholder, riemerso alle 5.46, e dunque fatti prigionieri.
Per non dimenticare
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Fonti: Marina.difesa it- Wikipedia
Dislocamento in immersione | 2184,73 t |
Dislocamento in emersione | 1702,525 t |
Lunghezza | fuori tutto 87,8 m |
Larghezza | 7,974 m |
Pescaggio | 5,86 m |
Propulsione | 2 motori diesel FIAT da 4370 CV totali 2 motori elettrici CRDA da 1280 CV totali |
Velocità in immersione | 8,5 nodi |
Velocità in emersione | 17 nodi |
Autonomia | n superficie 10.700 mn a 12 nodi in immersione: 10 mn alla velocità di 8,5 nodi |
Equipaggio | 7 ufficiali, 71 sottufficiali e marinai |
ATIGLIERIA |
2 cannoni da 100/47 Mod. 1938 per sommergibile (650 colpi) 2 mitragliere binate Breda Mod. 31 da 13,2 mm (13.200 colpi) |
SILURI |
8 tubi lanciasiluri da 450 mm a prora 6 tubi lanciasiluri da 450 mm a poppa 38 siluri |
Unità della classe Saint BON |
Regio sommergibile Saint Bon |
Cantiere: CRDA di Monfalcone |
Impostazione: 16 sett. 1939 |
Varo: 06 giugno 1940 |
Consegna: 12 giugno 1941 |
Affondato: 05 gennaio 1941 |
Radiazione: 18.10.1946 |
Regio sommergibile Amm. Millo |
Cantiere: CRDA di Monfalcone |
Impostazione: 16 ottobre 1939 |
Varo: 31 agosto 1940 |
Consegna: 1º maggio 1941 |
Affondato: 14 marzo 1942 (sommergibile HMS Ultimatum) |
Regio sommergibile Caracciolo |
Cantiere: CRDA di Monfalcone |
Impostazione: 6 ottobre 1939 |
Varo: 6 ottobre 1940 |
Consegna: 1° maggio 1941 |
Affondato:11 dicembre 1941 |
Regio sommergibile Cagni |
Cantiere: CRDA di Monfalcone |
Impostazione: 16 settembre 1939 |
Consegna: 1° aprile 1941 |
Radiazione: 1° febbraio 1948 |